Menù Vandalo (440-491 d.c.)

Saccheggio di Roma, di Heinrich Leutemann, del 1870
Saccheggio di Roma, di Heinrich Leutemann, del 1870

Menù Vandalo (440-491 d.c.)

I Vandali, il cui nome prima di essere romanizzati era Wandili, erano una popolazione germanica come i Burgundi (poi insediatisi in Francia), i Goti e i Winili, cioè i Longobardi. Dopo una migrazione nei territori attualmente polacchi, sotto la pressione di altre tribù si stanziarono nel territorio oggi occupato dalla Slesia e dalla Boemia, creando una lega di tribù comprendente Burgundi, Rugi e Silingi.

Saccheggio di Roma, di Heinrich Leutemann, del 1870

La popolazione vandala era divisa fra due etnie principali: gli Hastingi (dal nome della casata principale) e i Silingi. I Vandali Hastingi furono alleati dei Romani sulla parte sud est dell’impero romano, costituendo una sorta di “cuscinetto” fra l’impero e le altre tribù barbare della pianura Sarmatica ed intorno al 400 lasciarono la Pannonia, Nel 405, gli Hastingi o Asdingi, insieme ai Quadi ed agli Alani, si unirono agli Ostrogoti di Radagaiso e invasero l’Italia arrivando sino a Firenze dove furono sconfitti da Stilicone. L’anno dopo (406), assieme agli Alani ed ai Suebi o Quadi (Svevi), i Vandali Asdingi si unirono ai Vandali Silingi ed invasero la Gallia.

Nell’autunno del 409, assieme a Svevi, Alani e Silingi, probabilmente con la complicità del governatore romano della penisola iberica, Geronzio, che mirava a crearsi uno stato indipendente, attraversarono i Pirenei dove per circa due anni portarono distruzioni e saccheggi e conquistando negli anni successivi sempre maggiori posizioni nella penisola iberica. Dato che i Vandali avevano subito numerosi attacchi da parte dei Visigoti, Genserico, poco dopo essere salito al trono (nel 428), decise di lasciare loro la penisola iberica per volgersi alla conquista dell’Africa romana e nel 429 Genserico guidò il suo popolo (circa 80.000 persone, di cui 15.000 in armi) nell’Africa: portata a termine la traversata (di circa 15 km) i Vandali si riversarono in Mauritania (l’odierno Marocco e l’attuale Algeria nordoccidentale), e nel 432 Genserico invase la Numidia e nel 440 Cartagine, impadronendosi di una parte della flotta navale romana d’occidente, ormeggiata nel porto ed organizzando così incursioni in tutto il Mar Mediterraneo, soprattutto in Sicilia e Sardegna, i due granai dell’impero d’occidente, Corsica e le isole Baleari. Quindi, la dominazione vandala della Sicilia iniziò nel 440: i Vandali razziarono l’isola, distruggendo Palermo e impedendo anche alle navi bizantine di Teodosio II di approdare per provare a combatterli.

Nel 455, i Vandali affiancati da guerrieri Mauri marciarono su Roma, i cui abitanti si diedero alla fuga. Alla porta Portuense papa Leone I si fece incontro a Genserico e lo implorò di risparmiare la città e la sua popolazione. Genserico accettò e venne quindi accolto in città con il suo esercito. Sebbene la storia parli del violento saccheggio della città eterna da parte dei vandali (da qui la parola vandalismo), in realtà Genserico onorò il suo giuramento: non vi furono né eccidi, né incendi, né dissennate distruzioni e i suoi uomini non devastarono Roma. Comunque il saccheggio iniziò il 2 giugno 455; fu il terzo Sacco di Roma dopo i Galli di Brenno (390 a.C.) e i Goti di Alarico (410), in cui i Vandali portarono via denaro e tesori. Nel 468 il regno dei Vandali fu l’obiettivo dell’ultimo sforzo militare congiunto delle due parti dell’Impero, teso a sottometterli. Ma mentre i Vandali, venivano sconfitti dai generali Bizantini, in Tripolitania, e perdevano la Sardegna, Genserico, sorprese ed incendiò il grosso della flotta nemica al comando del generale romano d’Oriente Basilisco a Capo Bon; meno della metà delle navi imperiali scamparono in Sicilia. I Vandali rimasero signori incontrastati del Mediterraneo occidentale dallo stretto di Gibilterra alla Tripolitania.

Mappa dei territori durante il periodo dei Vandali

Nel 474 fu stipulata la pace perpetua con l’imperatore romano d’Oriente Zenone, i Vandali concessero completa libertà di culto agli ortodossi e permisero la nomina di un nuovo titolare alla carica vescovile di Cartagine (vacante dal 457). Da parte sua, Zenone, nel 476, confermò ai Vandali il possesso di tutta la provincia d’Africa (dallo stretto di Gibilterra alla Tripolitania), le isole Baleari (comprese le isole Pitiuse), la Corsica, la Sardegna e la Sicilia (quest’ultima, eccettuata la città di Lilibeo, di interesse strategico, fu ceduta da Genserico ad Odoacre in cambio di un tributo annuo).

Unerico, che fu il primo Vandalo a fregiarsi del titolo di Re dei Vandali e degli Alani, fu colpito alla fine del 484 dalla peste (considerata dai cattolici una punizione divina per le sue persecuzioni) e morì dopo pochi giorni il 23 dicembre del medesimo anno. Gli successe il nipote Gutemondo. In quegli anni, i più potenti rivali dei Vandali, cioè Visigoti, Ostrogoti e Impero Bizantino, erano impegnati in lunghe e sanguinose guerre, che impedirono loro di dedicarsi alla conquista del Regno Vandalo che, dopo aver toccato il suo apogeo sotto Genserico, iniziava ora un rapido declino. Approfittando del conflitto tra Odoacre e Teodorico, i Vandali cercarono di riappropriarsi della Sicilia, ma le truppe spedite sull’isola, nel 491, furono ricacciate dagli Ostrogoti e così fu perso il contributo che Odoacre versava al re dei Visigoti, dal 476, per il possesso dell’isola.

Per un certo periodo di tempo – vivo Genserico – lo Stato vandalico fu il più ricco ed il più forte dei nuovi regni fondati dai barbari. I vincitori si intesero con i provinciali e si adattarono alla loro civiltà superiore; i provinciali erano contenti di un governo che garantiva loro tranquillità e benessere senza opprimerli troppo.


Pertanto un possibile Menù vandalo potrebbe essere così costituito:

Zuppa di uova (uova rutti nall’acqua)
Padellata di salsiccia e lardo

ed ecco le ricette


Zuppa di uova (uova rutti nall’acqua)

Zuppa di uova (uova rutti nall'acqua)In alternativa, le uova possono essere rotte e tuffate (senza buccia) direttamente nel brodo bollente: saranno pronte non appena si rapprenderanno.

Servite con crostini di pane o con pane raffermo.Mettete le uova e fate cuocere per 2 – 3 minuti.

Soffriggete qualche minuto poi aggiungete acqua calda (meglio se brodo di carne) e fate bollire, aromatizzando con qualche foglia di prezzemolo.

Sbucciate e tagliate fine un paio di cipolle, mettetele in una casseruola con l’olio.

Fatele poi raffreddare e tagliatele a pezzi.Rassodate due uova per persona, mettendole in acqua fredda e fatele cuocere per 10 minuti dal momento che alza il bollore.


Padellata di salsiccia e lardo

Padellata di salsiccia e lardoGirate in modo che l’uovo si rapprenda bene e servite.

Mettere pezzetti di pane raffermo direttamente nella padella.

Aggiungete, a questo punto, altrettanti pezzetti di salsiccia secca, una manciata di olive nere e qualche uovo intero.

In una capiente padella, soffriggete una decina di grossi pezzi di lardo di maiale, facendoli rosolare da tutte le parti.

Questo piatto viene ancora oggi cucinato (nelle zone di Nicosia, in provincia di Enna, col nome di “paddgada”, nel loro dialetto tipico).