Menù degli Ostrogoti (493-555)
menù dedicato agli Ostrogoti in Sicilia
Menù degli Ostrogoti (493-555)
Originari dell’attuale isola svedese di Gotland e la regione di Götaland, gli Ostrogoti si divisero dai Goti nel 250 e si diressero inizialmente fra il Danubio ed il Mare Nero, e successivamente, dopo la loro cacciata da parte degli Unni, chiesero asilo all’imperatore romano Valente, che li accolse come foederati, allo scopo di rafforzare il proprio esercito nella Dacia.
Nel 476 quando il barbaro erulo Odoacre (che aveva riscattato la Sicilia dai Vandali) depose Romolo Augustolo, l’ultimo imperatore romano d’occidente, era rimasto in piedi l’impero Romano d’Oriente, il cui imperatore Zenone intendeva riconquistare l’Occidente, in mano ai barbari.
L’imperatore era preoccupato dall’intraprendenza di Odoacre, che aveva saputo governare in modo da non urtare la suscettibilità dei Latini e da estendere i confini del suo regno. Altra circostanza che preoccupava l’imperatore d’Oriente era la vicinanza di un popolo bellicoso, quello degli Ostrogoti, che, guidati da Teodorico, si erano stanziati nella valle del basso Danubio a ridosso di Costantinopoli.
Zenone pensò di risolvere con una sola mossa i due problemi indirizzando in Italia contro Odoacre l’ambizioso Teodorico, barbaro vissuto alla corte bizantina, il quale nel 493 sconfisse Odoacre e si proclamò re degli Ostrogoti, ottenendo il riconoscimento dell’imperatore Anastasio.
Odoacre, battuto una volta nel 489 a Verona, un’altra volta nel 490 sull’Adda (agosto 490) e si arrese a in Ravenna nel febbraio del 493, per poi essere pugnalato durante un banchetto nel marzo 493.
Gli Ostrogoti costituirono un nuovo regno romano-barbarico in Italia, che si estendeva fino alla Pannonia a nord est e alla Prouincia (l’odierna Provenza) a nord ovest.
Cassiodoro, ministro di Teodorico, governò la Sicilia e fu conte di Siracusa.
Nel 535 Giustiniano I di Bisanzio ordinò a Belisario di attaccare gli Ostrogoti, il quale riuscì con solo 15.000 soldati a conquistare rapidamente la Sicilia e penetrare nell’Italia penisulare.
Successivamente gli Ostrogoti riconquistarono i territori persi.
Giustiniano mandò in Italia l’eunuco Narsete, nuovo generale delle sue truppe, che nel 552 inflisse varie sconfitte agli eserciti ostrogoti di Totila, morto sul campo e sostituito da Teia, definitivamente sconfitto dai bizantini subito dopo.
Le tracce dell’alimentazione degli Ostrogoti potrebbero considerarsi buone, dato che ci soccorre Antimo, medico greco alla corte di Zenone di Bisanzio imperatore romano d’Oriente, di cui è rimasto il suo manuale di dietetica in latino: “De observatione ciborum ad Theodoricum regem Francorum epistola”, risalente all’incirca al 511: unico documento di letteratura gastronomica a noi noto dell’intero periodo che va dal 500 al 1000 d.C., si tratta di un vero e proprio manuale di cucina mediterranea, con un approccio di tipo dietetico alla cucina, tendente a porre ordine alla disordinata voracità dei guerrieri germanici, ergo, l’amore per la buona tavola non può e non deve essere gozzoviglia disordinata, ma misura, attenzione alla qualità delle portate, rapporto corretto tra quello che si mangia e quello che si beve
Gli Ostrogoti non lasciarono in Sicilia altro che una forte decadenza culturale ed economica e nulla che possa essere ricordato dal lato gastronomico.
Un tipico menù ostrogoto in Sicilia potrebbe essere il seguente.
• Pizza bianca con l’origano
• Coscio di manzo allo spiedo
• Agliata
Pizza bianca con l’origano
Sembra che Teodorico fosse un forte estimatore di quello che per me e l’ingrediente più rappresentativo delle terre del mediterraneo: l’origano, il cui profumo inconfondibile ispira sempre ancestrali consumi di alimenti e preparazioni ormai scomparse.
Attenzione però che un eccessivo consumo di origano può diventare tossico per chi lo pratica.
Setacciate un chilogrammo di farina tipo 0 in una terrina ed unirvi 20 grammi di sale fino, mescolando accuratamente affinché i due ingredienti si miscelino il meglio possibile. E’ importante fare in modo che non si formino agglomerati di sale, perché sarebbero in grado di far lievitare male la pizza.
Sciogliete 50 grammi di lievito in 500 grammi di acqua tiepida. Se l’acqua del rubinetto è troppo calcarea, usate quella minerale.
Aggiungete al miscuglio 50 grammi di olio.
Impastate fino ad amalgamare gli ingredienti, quindi portate il composto sulla spianatoia.
Lavoratelo di polso, fintanto che si forma un impasto morbido ed elastico.
L’impasto sarà pronto quando, lasciandovi un impronta con una nocca, essa scomparirà in qualche secondo.
Formate una palla, incidetela a croce, copritela e fatela lievitare per almeno 3 ore in un luogo ben riparato.
Stendete la pasta e conditela con sale origano e olio ed infornate in un forno caldissimo, seguendone la cottura in dipendenza del tipo di forno.
Con le dosi indicate si preparano circa 1 chilogrammo e mezzo di pasta, sufficienti mediamente per 6 persone alla dose di 250 g circa a porzione.
Coscio di manzo allo spiedo
Gli Ostrogoti utilizzavano grandi spiedi per arrostire i vitelli, i buoi e qualsiasi altro tipo di animale commestibile, bevendo, chi possedeva mucche, latte, gli altri si accontentavano dell’acqua.
Prendete un bel una coscia di manzo giovine, infilzatelo allo spiedo, fatelo girare ad un fuoco gagliardo, leggermente laterale, salatelo abbondantemente ed ungete di sovente con olio, che raccoglierete in una leccarda messa sotto, dove potrete far rosolare alcune patate, colle quali guarnirete l’arrosto, condendo la carne con il contorno di agliata.
Agliata
Teodorico era ghiotto di cinghiale e lenticchie, che innaffiava generosamente di vino, e la sua passione principale era l’ aglio, (nessuno gli faceva notare l’alito pesante).
Pestate abbondanti gherigli di noci con spicchi d’aglio.
Aggiungete molliche di pane bagnato con del brodo, e continuate la pestatura incorporando altro brodo, affinché la salsa non raggiunga la giusta consistenza.
Aggiustate di sale e pepe ed usatela tiepida come condimento di secondi piatti.